di Daniele Ceniti e Alessandro Benedetti

“Quando attraversando gli oceani del tempo, la luce balenò agli estremi confini dell’umana percezione ,
in un attimo, migliaia di anni furono imbrigliati nel mosaico di una piccola lastra …


Costruirsi un alimentatore da campo

Dopo un inverno passato al “caldo” di una mansarda nel centro di Tarquinia, abbiamo iniziato ad avvertire la necessità di trovare cieli migliori, soprattutto dopo l'esperienza di una serata in campagna che ci ha aperto nuovi orizzonti, con un cielo straordinariamente nero e una miriade di stelle in più, tanto da farci scorgere ad occhio nudo oggetti altrimenti impensabili da vedere.

Era da molti anni che non riuscivamo più a vedere degli oggetti “importanti” ad occhio, l’ultimo, la Galassia di Andromeda, dalla stessa mansarda  dove abitualmente fotografiamo, ma dalla quale ormai non si vede più nulla a causa del fortissimo inquinamento luminoso della città.

Occorre uscire! dobbiamo cambiare cieli! ma dove prendere l'energia elettrica per alimentare tutta la strumentazione?

La soluzione è semplice, almeno in apparenza:  un alimentatore da campo.

La semplicità è andata a scontrarsi però con i costi di questi strumenti, esagerati, se si considera che altro non sono che delle comuni batterie da auto con annesso un inverter!
Sarà così difficile costruirsene uno?

Proviamoci!

Ed ecco come è "nato" il nostro bell’ alimentatore da campo, equipaggiato con una batteria da 100 Ah (contro quelle da 60 Ah montate sui “preconfezionati”) e che ci garantirà una nottata e più di alimentazione per realizzare le nostre, speriamo belle, foto.

INGREDIENTI:

1 batteria da 100Ah;


1 cassetta degli attrezzi di plastica (la più grande che riuscite a trovare);


1 Inverter da 300W o più a seconda dell’assorbimento delle attrezzature a 220v che dovete utilizzare;


2 prese accendisigari femmina a parete (non quelle volanti che danno molto disordine);

2 prese per corrente a Jack (le classiche che montano gli alimentatori);

1 Interruttore generale (io ho usato un blocchetto di accensione delle automobili, che mi garantisce un assorbimento sufficiente a non far bruciare nulla);

1 lampada spia;



1 Voltometro (opzionale);


1 Amperometro (opzionale);


Cavi adeguati all’assorbimento dei 12v e capicorda vari sempre adeguati all’assorbimento della corrente;

2 Morsetti della batteria (positivo e negativo);

Il tutto acquistato in negozi specializzati di elettronica ad una cifra di poco superiore a 150,00€



PREPARAZIONE

La prima cosa da eseguire è la foratura della cassetta degli attrezzi per alloggiare le varie prese: l’interruttore, la lampada spia, il voltmetro e l’amperometro. Fare poi due fori per far passare i cavi di alimetazione dell’inverter che è meglio alloggiare esternamente alla cassetta.



Ciò è necessario, perchè gli inverter hanno la tendenza a scaldare molto, infatti spesso, come nel nostro caso, essi sono equipaggiati con una ventola di raffreddamento, ma metterlo all’ interno della cassetta avrebbe potuto ugualmente pregiudicare l’efficienza di raffreddamento della stessa.
Una volta alloggiate tutte le prese ed i vari oggetti si può iniziare con i collegamenti, che sono molto semplici, ma per i quali bisogna prestare molta attenzione in modo da rispettare le polarità del cavo della montatura e della fotocamera.
E’ bene sempre controllare, anche se in genere la polarità positiva si trova nel pin centrale. Bisogna quindi prelevare la polarità positiva direttamente dal quadro strumenti ed andare ad alimentare il pin centrale delle varie prese:




Al contrario, per quello che riguarda la polarità negativa la preleveremo direttamente dal polo negativo della batteria, andando ad alimentare la parete esterna delle prese.

Il collegamento del Voltmetro è semplicissimo: positivo con quadro strumenti e negativo con il polo negativo della batteria.

L’amperometro va collegato in parallelo al cavo sul quale vuole essere misurata la corrente in uscita ed in entrata, per cui dovremmo scegliere un cavo positivo ed è bene scegliere il cavo che porta corrente al quadro generale, perché in questo modo potremmo misurare tutta la corrente che passa in uscita dal cavo e si potrà quindi monitorare istantaneamente il “consumo” di corrente, regolandoci su quanto tempo potrà durare la batteria. Considerando che il consumo medio calcolato di tutta l’attrezzatura è di circa 10-15 Ah, possiamo calcolare che la nostra batteria durerà 8-10 ore, più che sufficienti al nostro scopo.